Guerra per procura in Ucraina: i penultimatum di Conte

Ormai è chiaro che siamo immersi in una guerra per procura. Conte a Draghi: “Venga in Parlamento”. Ma Draghi umilia il Parlamento. Che farà Conte? Un altro “penultimatum”?

In Ucraina si combatte una guerra per procura - vignetta di Natangelo (immagine decorativa)

Vignetta di Mario Natangelo (dalla sua pagina FaceBook) per “Il Fatto Quotidiano”

Gli italiani non voglio combattere questa guerra per procura che NATO, USA e UK hanno dichiarato alla Russia sul suolo ucraino. Conte chiede che Draghi riferisca in Parlamento. Ma a fronte all’umiliazione che Draghi infligge alla sede della volontà popolare, Conte va avanti con i “penultimatum”.

Ormai non c’è più alcun dubbio che quella sul suolo ucraino sia una guerra degli Stati Uniti contro la Russia.

Da ultimo – semmai fosse stata necessaria ulteriore conferma – l’intervento di chiusura del Segretario Generale NATO, Stoltenberg, rispetto alla tenue apertura di Zelensky sulla Crimea.

Ma se l’Ucraina non è (almeno ufficialmente) un Paese NATO, cosa c’entrano gli interventi di Stoltenberg?

Gli Stati Uniti intendono combattere questa guerra “fino all’ultimo ucraino”.

Questa è l’espressione che, fra tanti, hanno usato Jeffrey Sachs (intervistato sulle pagine del Corriere della Sera dell’1 maggio 2022) e  Noam Chomsky.

Il fine di questa guerra non è più – se mai lo è stato – la difesa dell’Ucraina.

E la posizione dell’Italia?

Ancora una volta attingo alle vignette di Mario Natangelo.

Draghi ha portato l’Italia nella posizione di Monica Lewinsky: fra le gambe degli Stati Uniti

https://www.facebook.com/natangeloemme/posts/550202149784816

 

Ancora con i peli pubici di Joe Biden fra i denti, al ritorno da Washington Draghi riferirà in Parlamento. Forse!

Gli italiani non vogliono combattere una guerra per procura

Lo scollamento fra la politica e il Popolo italiano è netto.

Nonostante il martellamento mediatico da propaganda di guerra, la stragrande maggioranza degli italiani non vuole che si combatta sul suolo ucraino per conto degli USA.

Il Popolo (in special modo gli elettori del Movimento 5 Stelle, pacifista nel DNA) è contrario all’invio di armi all’Ucraina.

Nelle ultime settimane si sono sollevate le voci di Bersani, ma anche di Delrio che ha rilevato la “perplessità” della base rispetto alla determinata belligeranza della dirigenza PD.

A “battere i pugni” ci sarebbe anche Giuseppe Conte.

Il condizionale è d’obbligo perché pare – come al suo solito – assai poco determinato.

Perfino Guido Crosetto è convinto che Draghi dovrebbe rispondere al Parlamento.

Crosetto, nientedimeno.

Presidente di Orizzonte Sistemi Navali S.p.A., impresa creata come joint venture tra Fincantieri e Leonardo e specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari e di gestione integrata dei sistemi d’arma.

Ovviamente Draghi non ha alcuna intenzione di sottoporsi al vaglio parlamentare e Giuseppe Conte è l’«uomo dei penultimatum».

Non si voterà in Aula sulle armi da inviare all’Ucraina, né su un’eventuale escalation militare. Mario Draghi si presenterà in Aula il prossimo 19 maggio per il question time. Un appuntamento già ufficialmente fissato al Senato da diversi giorni. Risponderà a eventuali domande del Movimento di Giuseppe Conte, se arriveranno. Ma il format non prevede una conta parlamentare. E questo non soltanto perché Palazzo Chigi non ha intenzione di riaprire il capitolo del sostegno bellico a Kiev. Ma soprattutto perché nessuno, ad eccezione dell’avvocato, ha chiesto che si metta ai voti la linea del governo.

L’incognita Di Maio

In realtà non c’è alcuna «incognita Di Maio».

Ormai è noto che Di Maio ha abiurato ogni principio fondante del Movimento 5 Stelle.

Resterà inchiodato alla sua poltrona.

Rimane solo l’incognita del numero di parlamentari 5 Stelle che lo seguiranno.

Però occorre che Conte ricordi le motivazioni con cui ha chiesto il voto per la riconferma alla Presidenza del Movimento 5 Stelle:

 

Non posso consentire che di fronte agli sforzi di molti, di una intera comunità, ci sia proprio al nostro interno chi lavora per interessi propri

Conte ricordi, anche, che sulla  base delle sue promesse ha ottenuto non solo il 94% dei voti, ma anche un numero di votanti assai superiore rispetto ad altre consultazioni.

 

Giuseppe Conte stabilisca cosa vuole fare da grande. Ed è quasi fuori tempo massimo per farlo!