Referendum sulla Legge elettorale della Lega: inammissibile?

Il referendum sulla Legge elettorale della Lega non potrà essere ammesso.

referendum sulla legge elettorale di Calderoli

Quando Calderoli mette mano a riforme il flop è assicurato. Il referendum sulla Legge elettorale non potrà essere ammesso, perché non restituisce neppure una Legge immediatamente applicabile.

Ho già scritto dell’incostituzionalità di una Legge elettorale integralmente maggioritaria.

Avevo anche scritto che quando Roberto Calderoli mette mano a una riforma, la sua incostituzionalità è assicurata.

Leggendo il quesito referendario però ci si accorge che stavolta ha superato se stesso.

L’ammissibilità dei referendum sulla legge elettorale

La proposta di referendum deve superare il giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale.

L’ammissibilità di un referendum sulla legge elettorale è assoggettata «alla duplice condizione che i quesiti siano omogenei e riconducibili a una matrice razionalmente unitaria, e ne risulti una coerente normativa residua, immediatamente applicabile, in guisa da garantire, pur nell’eventualità di inerzia legislativa, la costante operatività dell’organo» (Corte Costituzionale sentenza n. 32 del 1993).

In questo caso neppure l’immediata applicabilità viene garantita.

I collegi elettorali

La proposta di referendum tende a eliminare ogni riferimento “plurinominale” dalle leggi elettorali sia per la Camera sia per il Senato.

Quindi tutti i Deputati e tutti i Senatori devono essere eletti in collegi uninominali.

Escludendo la circoscrizione estero, occorre che, complessivamente, ci siano 618 circoscrizioni per la Camera e 309 per il Senato.

Ma in atto i collegi uninominali sono 232 per la Camera e 115 per il Senato. Inoltre la circoscrizione estero è divisa in 4 ripartizioni in base ai continenti geografici.

La Legge risultante, quindi, non consente di eleggere il plenum di alcuna delle due Camere, rendendo il referendum inammissibile.

La “genialata” di Calderoli

In previsione del possibile taglio dei parlamentari, il Parlamento ha approvato la Legge 51/2019.

Questa Legge trasformerebbe i numeri “fissi” delle Leggi elettorali per Camera e Senato  in frazioni, in modo da essere applicabili a prescindere dal numero complessivo dei parlamentari.

All’articolo 1, per esempio, c’è scritto che nella Legge elettorale per la Camera le parole «231 collegi uninominali» vengono sostituite con

«un numero di collegi uninominali pari ai tre ottavi del totale dei seggi da eleggere nelle circoscrizioni elettorali di cui alla tabella A allegata al presente testo unico, con arrotondamento all’unità inferiore,» .

Al momento non cambia niente perché i deputati sono 630. Sottraendo i dodici deputati eletti nella circoscrizione estero restano da eleggere nel territorio nazionale 618 deputati.

I tre ottavi di 618 sono pari a 231,75 che arrotondati all’unità inferiore restituiscono esattamente 231 deputati eletti in collegi uninominali.

L’articolo 3 della Legge, però, contiene una delega al Governo per ridisegnare i collegi elettorali nel caso in cui venisse promulgata la Legge per il “taglio dei parlamentari”.

Ed ecco la “genialata” di Calderoli: Modificare anche quella Legge delega e incaricare il Governo di ridisegnare i collegi elettorali.

Qui, con il taglio in rosso, le parti dell’articolo che il referendum abrogherebbe (click per ingrandire).

referendum sulla legge elettorale - i collegi non ci sono

Il referendum abrogherebbe le parti tagliate in rosso

Resta il fatto che il referendum non può essere ritenuto ammissibile, perché non produce

una coerente normativa residua, immediatamente applicabile, in guisa da garantire, pur nell’eventualità di inerzia legislativa, la costante operatività dell’organo

E le ripartizioni estero?

Abbiamo visto che la Circoscrizione Estero è divisa in quattro ripartizioni.

La Legge che regola le modalità di voto e la ripartizione dei seggi nella circoscrizione estero è la 459/2001: “Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero”.

Questa Legge non è interessata dal referendum sulla Legge elettorale della Lega.

Ciascuna ripartizione elegge un deputato e un senatore e questi potrebbero essere eletti col sistema uninominale.

I restanti otto deputati e due senatori

sono distribuiti tra le stesse ripartizioni in proporzione al numero dei cittadini italiani che vi risiedono sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Il che, ovviamente, presuppone che la Circoscrizione Estero continui a votare con i modelli di scheda allegati alla Legge 459/2001 e quindi:

  • esistano delle liste di candidati
  • ci sia una preponderante parte proporzionale

La Delega della Legge 51/2019, infatti, non prevede la revisione dei collegi della Circoscrizione Estero (sottolineature in blu)

Il referendum, quindi, restituirebbe una Legge elettorale non solo di non immediata applicabilità «pur nell’eventualità di inerzia legislativa», ma neppure omogenea e coerente.