Continua a dire di averla, ma quale sia l’idea di Italia di Salvini sembrava un mistero. In effetti si tratta di un incubo. E le menzogne per riscrivere la realtà sono a chili.
L’Italia di Salvini è un incubo. Dalla sua bulimia social si configura un progetto da accapponare la pelle. Resta anche ferma la tendenza al tradimento politico che pare scritta nel DNA della Lega.
Una Italia indietro di decenni e una Giustizia berlusconianamente garantista. Nel senso che garantisca l’impunità ai colletti bianchi.
Questa è l’Italia di Salvini.
Gli spezzoni video provengono, fondamentalmente, da due fonti
- diretta Facebook di Salvini del 3 settembre, appena appresi i risultati della votazione sulla piattaforma Rousseau sul Governo M5S-PD
- intervento di Salvini in Senato nella seduta del 10 Settembre (qui il video e qui il resoconto stenografico)
Le altre fonti (video o altro) verranno esplicitamente indicate.
Gli argomenti “core” dell’idea di Italia di Salvini
Partiamo dagli argomenti fondanti della sua idea di Italia per come elencati nella diretta Facebook del 3 Settembre 2019.
Ma se queste sono le sue priorità, perché mai il Movimento 5 Stelle gli avrebbe detto “NO”?
Approfondiamoli uno per uno, cercando si seguire lo stesso ordine.
La riforma fiscale
Verosimilmente si riferisce alla famosa (per alcuni “famigerata”) flat tax, perché ne fa accenno poco prima
Ma di preciso, chi avrebbe detto NO alla flat tax?
Conte e Di Maio sicuramente no.
Di Maio e Conte, anzi, si aspettavano un testo, una proposta di articolato normativo, per come si legge dalle loro dichiarazioni.
Ovviamente, se per finanziare la flat tax si sarebbe dovuto mettere mano allo Stato sociale e “rivedere” il Reddito di Cittadinanza, l’idea di Italia di Salvini sarebbe stata inaccettabile per il M5S.
Perché secondo la Lega parte dei fondi si sarebbero trovati indebolendo il welfare. Era scritto nella famosa “lettera all’UE” di Tria.
Lettera scritta con la “manina” di Bagnai, Giorgetti, Garavaglia e Siri, la “squadra economica” della Lega di cui il M5S non doveva sapere.
Già perché Tria è espressione della Lega.
Attaccarlo, o, addirittura, “sfiducialo” da parte di Borghi è puro teatro e gioco delle parti.
Sarebbe bastato che Salvini lo “ritirasse”, ma se Giovanni Tria concordava ogni mossa con la “squadra economica della Lega”, perché farlo?
Basta ripercorrere il percorso di nomina di Tria per rendersi conto della sua provenienza (tutte le immagini si ingrandiscono al click):
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Il testo dell’articolato per introdurre la “Flat tax” non esiste. Non è mai esistito.
Si può dire di no a qualcosa che non è mai esistito? Conte e Di Maio aspettavano qualcosa su cui discutere. Quel qualcosa non è mai arrivato.
Giustizia
L’idea di Italia di Salvini in tema di giustizia è stata espressa nella seduta del Senato del 10 Settembre 2019. Evidentemente preoccupato per i suoi, pretende una “giustizia garantista” anche in politica. Il riferimento a Siri e Rixi è lampante.
Quindi, bavaglio alle intercettazioni, limitazione del potere della Magistratura e politici corrotti e mafiosi che possano rivestire cariche ministeriali fino a sentenza definitiva.
Ovviamente, rivedendo anche la prescrizione, in modo da consentire ai suoi di potersi dichiarare “assolti” anche se in effetti semplicemente prescritti.
Stranamente è esattamente quanto denunciato da Bonafede in un suo video: «La Lega dice di no, ma senza proporre alcuna alternativa».
Forse Salvini si vergogna e ha bisogno dei “pieni poteri” per affermare la sua idea di Italia “giusta” senza che nessuno possa mettere becco?
L’Italia di Salvini su scuola e sanità: Privatizzare
Su questo argomento basta ascoltare senza commenti l’intervento in Senato del 10 settembre
Scuola pubblica e sanità pubblica, seppur esplicitamente previste dalla Costituzione, gli fanno venire l’orticaria.
Figurarsi il resto, come la revisione delle concessioni dei monopoli naturali, quali strade e autostrade (trasporti), acqua (diritto fondamentale) eccetera.
Che si sia opposto alla revisione delle concessioni autostradali nonostante il dramma provocato a Genova da Atlantia è noto, peraltro.
L’idea di un privato che possa pure uccidere, sia pur per disattenzione o per minimizzare i rischi e massimizzare i profitti mi fa venire i brividi. Ma questa pare essere l’Italia di Salvini.
Autonomie
Le “autonomie” di Salvini sono in realtà una secessione mascherata.
Perché questa era e resta l’idea di “autonomia” di Zaia e Fontana.
Se qualcuno ricorda il mio vecchio articolo «Lega Nord e Forza Italia: La mafia si scommette» le coincidenze stordiscono. Tutte coincidenze, per carità, ma le domande che sorgono restano non risposte!
Lavoro
Esattamente, cosa, nell’idea di Italia di Salvini andrebbe “riformato”?
Con il Decreto Dignità i contratti a tempo determinato si trasformano a tempo indeterminato e occupazione e disoccupazione hanno raggiunto i livelli, rispettivamente, massimi e minimi dopo decenni. Addirittura secondo la serie storica dalla data di rilevazione dei dati.
Esattamente, quale di questi elementi non coincide con l’idea dell’Italia di Salvini?
Gli altri NO del Movimento 5 Stelle all’Italia di Salvini: Trivelle e inceneritori
Senza commento alcuno, riporto spezzone del video del 3 settembre. L’idea di Italia di Salvini è riportarla indietro di decenni.
Tutto questo mi fa venire la pelle d’oca. Posso dirlo o è “lesa maestà” del futuro Re d’Italia?
L’Italia della Lega: tradimento e doppio gioco
Affrontato il terrore dell’idea di Italia di Salvini e della Lega, torniamo adesso ai metodi utilizzati: Spregiudicati e cinici.
La Lega ha nel suo DNA il tradimento politico e il doppio gioco.
In precedenti articoli ho già parlato del fatto che nessuno degli argomenti addotti in TV e giornali è presente nella mozione di sfiducia.
Quella mozione di sfiducia rappresenta il più ridicolo degli atti che la storia Repubblicana ricordi.
La motivazione è quindi falsa!
I “troppi NO”, come abbiamo visto, è altra motivazione falsa.
Se chiedi a un Movimento/Partito di rinunciare alla sua essenza stai cercando la lite. È inutile attribuirgli la colpa se ti dice NO.
Cosa resta?
Ah, si. Resta il tradimento per aver votato la Von der Leyen quale Presidente della Commissione europea.
In realtà il tradimento è della Lega.
Ne ho gia scritto
- Von Der Leyen presidente della Commissione Ue. La Lega gioca sporco
- Elezione della Von Der Leyen: la parola della Lega vale uno sputo al sole
- Il piano Rinaldi sulla Von Der Leyen: Abbattere il Governo Conte
- Antonio Rinaldi è la “Quinta Colonna” di Giorgia Meloni
ma negli ultimi giorni si sono aggiunti particolari e dettagli che fanno della lega e dei leghisti dei traditori seriali a tutti gli effetti.
Cosa sapevamo
Sapevamo che Giuseppe Conte al Consiglio Europeo aveva chiuso un accordo sulla Von der Leyen (in assonanza con i Paesi di Visegrád, alleati di Salvini) e che Conte si era tenuto in contatto costante con Di Maio e Salvini. Salvini non ha mai smentito.
Qui la conferenza stampa del Presidente Conte al termine dei lavori e anche uno stralcio
Salvini confermò e “politico.eu” (un osservatorio giornalistico internazionale) ne prese atto
Come ho già scritto in Elezione della Von Der Leyen: la parola della Lega vale uno sputo al sole Borghi e Bagnai sono li per dire agli elettori esattamente quel che vogliono sentirsi dire, per cui il “sor” Borghi placò gli animi.
Domanda: se ci fosse davvero stata una “strategia” fin dal principio, perché Borghi intervenne per placare gli animi dei tifosi leghisti?
Se davvero ci fosse stata strategia sarebbe bastato star zitto, no?
Gli sviluppi
Sappiamo che fu Rinaldi a spezzare “l’incanto” fin dal 3 luglio, mentre da Salvini a Borghi, dalla Donato a Zanni passando per Susanna Ceccardi erano tutti soddisfatti.
Per questi ultimi basta vedere i video inseriti in «Il piano Rinaldi sulla Von Der Leyen: Abbattere il Governo Conte» per rendersene conto.
Sappiamo ormai per certo che Conte aveva detto la verità: L’accordo sulla Von der Leyen era stato chiuso con il pieno accordo di Salvini.
Ulteriore conferma da Di Maio a “DiMartedì” del 10 settembre. Anche in questo caso nessuna smentita da parte di Salvini:
Ecco il motivo di quel famoso tweet lanciato il 3 luglio.
La “strategia della dissimulazione”
In “Elezione della Von Der Leyen: la parola della Lega vale uno sputo al sole” ho riportato alcuni tweet di Borghi secondo cui si poteva collocare l’inizio della “strategia della dissimulazione” intorno al 7 luglio.
Su precisa questione posta da Ignazio Corrao, Borghi risponde con un tweet allegando lo screenshot di una conversazione whatsapp dell’11 luglio:
Traditori seriali
Da questo si può assolutamente concludere che:
- L’11 luglio la Lega aveva già deciso di non votare Ursula Von der Leyen
- Conte e il Movimento 5 Stelle non sapevano alcunché del voltafaccia, che, anzi, era organizzato proprio perché “devono impazzire”.
Fino al 16 Luglio hanno portato avanti questa “commedia”, coinvolgendo anche il PPE e la stessa Von del Leyen.
Qui Zanni a L’Aria che Tira del 16 luglio
Ricapitolando le parole di Zanni ricordando che la data dell’intervista è 16 luglio e quindi fra i 9 e i 5 giorni dal momento in cui avevano già deciso di non votare la Von der Leyen per “far impazzire” il Movimento 5 Stelle e per ridere per 5 anni (cit. tweet di Borghi):
- Si erano sentiti, ma chiedevano comunque incontro ufficiale con la Von der Leyen anche per avere garanzie sul Commissario
- I contatti telefonici erano iniziati la settimana precedente, erano continuati il giorno prima e lo stesso 16 luglio
- Erano stati coinvolti “pontieri” del PPE
Ma
- L’accordo cui Salvini aveva dato il via libera il 3-4 luglio prevedeva il Commissario “di peso” per la Lega. Lo aveva detto Conte sin da subito e più volte confermato. Perché dicono di aver bisogno di trattare direttamente con la Von der Leyen per ottenere esattamente ciò che il Presidente del Consiglio aveva già ottenuto per loro?
- La “strategia della dissimulazione” inizia fra il 7 e l’11 luglio. L’11 Luglio avevano già deciso di non votarla. Quindi le richieste di incontri e interventi di mediazione del PPE erano atti della commedia? Hanno tradito i loro alleati di Viségrad, i loro alleati in Italia e pure il PPE, oltre che tentare di prendere in giro la Von der Leyen?
L’architetto: Antonio Rinaldi
Con una faccia di bronzo monumentale, ecco Antonio Rinaldi a Coffee Break del 13 settembre 2019:
«Noi abbiamo valutato in base alle dichiarazioni pubbliche perché non ci è stata data la possibilità di parlare con lei»
Bizzarro! Proprio Rinaldi aveva già stabilito per tutti che non avrebbero votato la Von der Leyen. E lo aveva stabilito il 3 Luglio, sovrascrivendo il “via libera” di Salvini.
Qui la sua dichiarazione del 3 luglio a Fanpage. Doveva ancora convincere tutto il resto della Lega, ma – a quanto pare – deve esserci riuscito senza troppo sforzo
Come ho scritto in “Il piano Rinaldi sulla Von Der Leyen: Abbattere il Governo Conte“, Rinaldi – che è la “quinta colonna” di Giorgia Meloni dentro la Lega – puntava a indurre Conte alle dimissioni.
La Lega riscopre che “occorrono le coperture”
Infine una notizia sconvolgente: Per la Lega occorre individuare le coperture economiche degli interventi, mentre fare deficit è male.
Ricordate la “manovra da 50 miliardi” col massimo del deficit?
Ricordate che quell’essere mitologico definito “Flat Tax” era economicamente coperto, anche se nessuno sa cossa fosse la Flat Tax e da dove venissero le coperture economiche (a parte l’eliminazione dello Stato Sociale)?
Ebbene la Lega riscopre i temi “dove prendono i soldi?” e “facendo deficit?”.
Godetevi i commenti di Rinaldi in sottofondo all’intervento della Bonafè. Sembra improvvisamente preoccupato che le coperture per l’alleggerimento del cuneo fiscale e dell’azzeramento delle rette degli asili nido per i meno abbienti possano essere in deficit.
Strano come la vera natura di uomini e partiti possa emergere dai dettagli, vero?
C’è un piccolo problema: che molta parte di chi vota Lega lo fa per la posizione chiarissima sull’immigrazione. E di tutto ciò che avete scritto, non gliene importa nulla. Se fosse per Salvini non arriverebbe un solo immigrato irregolare, solo questo conta.
In realtà con Salvini sono sbarcati tutti quelli che sono arrivati.
I barchini mai bloccati.
E fosse stato per l’impegno di Salvini (mai andato alle riunioni EU sull’immigrazione) sarebbero pure rimasti tutti qui.
Fermo restando che ridurre il dibattito politico all’immigrazione è darsi le mazzate sulle gonadi.
Dietro questo spauracchio c’era una giustizia da paura, trivelle e inceneritori, secessione eccetera
E’ veramente un incubo. Gli atti di Salvini dimostrano chiaramente che l’Italia di cui parla, e di cui difende gli interessi, è quella mediamente benestante residente soprattutto al nord e al centro nord, e che costituisce il suo elettorato di sostegno. Ma più che la flat tax, il suo obiettivo prioritario è ottenere l’autonomia secondo il modello presentato dalle Regioni di Lombardia e Veneto: modello che pretende le deleghe in tutte e 23 le materie richieste, anche in tre di quelle statali e che costituisce una vera e propria secessione economica. La riforma dell’autonomia richiede una legge di rilevanza costituzionale, di iniziativa governativa e da approvare con maggioranza assoluta. Matteo Salvini, avrebbe potuto far cadere il Governo (ritirando i suoi ministri), ottenere nuove (ma per lui improduttive) elezioni ma non l’ha fatto perché un 30/34% di consensi non sarebbero stati sufficienti per far approvare la Riforma richiesta da Zaia e Fontana. Quello che gli serve è almeno un 40% da completare eventualmente con la campagna acquisti in Parlamento. Ecco perché sta sbraitando ai quattro venti che raccoglierà le firme contro una legge elettorale per il ritorno al proporzionale: ” …Voglio un paese dove chi vince le elezioni governa per 5 anni… ma come per i Governatori chi prende un voto in più governa…é l’esatto contrario di quello che vogliono fare Pd e 5 Stelle… intanto quello che possiamo fare è togliere la possibilità di inciucio a vita e cancellare la quota proporziale… ” . Strano che sia stato proprio lui a non far durare questo governo 5 anni…
https://www.ilmessaggero.it/video/politica/legge_elettorale_salvini_togliere_proporzionale_eliminare_inciucio_vita-4734442.html
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Prepariamoci a settimane di bombardamenti mediatici con bambine sopra o sotto il palco, di felpe confezionate ad hoc, di crocifissi, di ” io non mollo.. traditori… prima gli Italiani (del Nord)”e comparsate alle sagre della cipolla, visita ai gattili, ai terremotati…no,quelli no, non vanno più di moda… e ad altre manifestazioni di ‘celodurismo’ apprese dal buon Umberto Bossi. Siate generosi. Ha bisogno del consenso di un bel po’ di elettori meridionali e del centro, altrimenti non riuscirà ad avere quel prezioso voto in più per far approvare la secessione economica del Lombardo-Veneto dal resto d’Italia. E questo qui viene definito ‘sovranista’?
Poi occorre capire esattamente cosa si intenda con “sovranismo”
Se tentare di stracciare la Costituzione rientra in questo concetto, allora si.
Per fortuna un referendum di quel genere (abrogativo) va sottoposto al giudizio di ammissibilità costituzionale
Verrà bocciato con vergogna
Presumo abbiate consumato qualche settimane nell’organizzare l’esposizione di tutte queste paginate per non far capire agli italiani quali sono invece le vostre vere intenzioni, oltre a quella di annientare evidentemente le azioni politiche del vostro temibile e temutissimo, democratico rivale. Anche l’omissione di fatti e dichiarazioni e la loro distorsione, sono colpevoli manifestazioni di falsità. Che dire della vostra alleanza con un partito zeppo di indagati, protagonista della vicenda Bibbiano, la Sanità Umbra, dove gli accordi si etichettano come Zingaretti, anziché Renzi che con i Gruppi Parlamentari eletti dalla propria segreteria, fa quello che vuole nel PD, anche il mollarlo appena riterrà opportuno farlo. Accordi con Lista Civica per le elezioni regionali umbre? Che cambia? Nessun esponente politico negli assessorati? Chi vota sono i consiglieri che possono anche sfiduciare l’assessorato o i singoli assessori. Un’altra stupidata frutto di una mentalità debole.
In realtà non c’è voluto molto tempo. Seguo sempre con estrema attenzione e fisso gli argomenti. Peraltro, alcune delle cose scritte qui le ho pure già scritte in altri articoli.
Noto con un certo orgoglio, che non riesce a smontare alcuna delle considerazioni e quindi tenta il cambiamento del discorso.
Ma la voglio seguire:
1) Che dire della vostra alleanza con un partito zeppo di indagati
Mi pare che pure la Lega non si possa lamentare
2) protagonista della vicenda Bibbiano
Le svelo un segreto: a parte parlarne, chi stava per far saltare la commissione di inchiesta e la squadra speciale ministeriale costituita da Bonafede è proprio Salvini, aprendo la crisi. Perché, le do altra notizia: il Governo non ha competenze inquirenti. Può solo attivarsi per verificare che l’attività dei Magistrati sia conforme alla Legge. E questo sta facendo. Nonostante il tentativo di far saltare tutto, aprendo la crisi
3) tutto il resto sull’Umbria
Ho come la sensazione che Lei non abbia proprio letto la posizione di Di Maio, ma si sia affidato alla “traduzione Google” fatta dai titoli dei giornali. Ci provi a leggerla e poi, la prego, torni. Torni e mi scriva se legge alcuno degli elementi per i quali lei lancia accuse. La trova qui
Benissimo. Visto che è così pericoloso, ditelo agli elettori in campagna elettorale nazionale e sconfiggetelo alle elezioni. Non sarà difficile convincerli.
Anche perché i giochetti di Renzi sono sempre più scoperti, e altrimenti sarà lui a decidere quando staccare la spina.
Anche questo concetto che si debba votare quando dice lui, non è che poi sia tanto democratico, eh?
Ma ieri con Berlusconi, oggi con Salvini, questo uso strumentale dell’accusa di fascismo (o peggio), per demonizzare e delegittimare l’avversario politico (vincente) di turno, fino al punto di temere il responso delle urne e aggirare la volontà popolare con manovre di palazzo, è ciò che ci impedisce di avere una democrazia matura e governi stabili.
Secondo alcuni sondaggi, il nascituro governo godrebbe del gradimento di appena il 35 per cento dell’elettorato, contro il 55 del governo gialloverde fino all’inizio della crisi. Su questi presupposti, a cui si aggiungono le profonde divisioni interne a Pd e 5 Stelle, i vincoli di bilancio, il ritorno a una politica di porti e confini aperti, difficilmente saprà conquistare la fiducia dell’opinione pubblica. Il rischio è che i due partiti sovranisti, già molto forti, intercettino tutto il malcontento generato, gonfiando ancor di più i loro consensi. L’ostinazione a voler concludere a tutti i costi le due legislature precedenti non ha sortito i risultati sperati. Né dopo la crisi finanziaria del 2011, né dopo lo stallo elettorale del 2013 e le successive crisi di governo si è voluta ridare la parola agli italiani. Si è scelto invece di dar vita a governi tecnici o politici dalla scarsissima legittimazione popolare, nella speranza di sgonfiare i cosiddetti populisti, ottenendo però l’esito opposto: 5 Stelle e Lega al governo. Nulla indica che questa volta andrà diversamente con Salvini.
Eppure, un altro paradosso è che alla maggior parte degli attori coinvolti in questa crisi sarebbe convenuto il voto anticipato. Al Movimento 5 Stelle, che avrebbe potuto far leva sul tradimento di Salvini. Non di rado chi chiama una snap election non raccoglie i risultati sperati. Una piccola indicazione in questo senso la offrono le telefonate degli ascoltatori di Radio Radicale durante la crisi: fortemente critiche nei confronti di Salvini dopo l’8 agosto e il dibattito in Senato del 20, il vento è virato in direzione contraria al governo Pd-M5S non appena l’ipotesi ha preso corpo. Il Pd avrebbe potuto giocare sul fallimento dei populisti al governo, il segretario Zingaretti sottrarre a Renzi il controllo dei gruppi parlamentari anziché mettersi nelle sue mani. Perché questa paura del voto? Curiosamente i sondaggi di questi giorni attribuiscono a Pd e 5 Stelle oltre il 42 per cento dei consensi e il 33 a Salvini. Perché non presentare agli elettori la loro alleanza? La partita sarebbe stata aperta più di quanto si potesse immaginare… Ma forse qualcuno, in Italia e in Europa, non ha voluto correre il minimo rischio della democrazia, in un Paese sotto tutela ormai dal 2011….
Il problema non è se le voleva Salvini, che chiama la gente in piazza per protestare… il 16 ottobre (quindi sapeva già da allora che non ci sarebbero state elezioni), bensì se le voleva il corpo elettorale e se non le volevano Parigi e Berlino.
Salvini ha utilizzato cinicamente il vostro rifiuto per recuperare consenso. E, poi, non è democratico se le elezioni si facciano quando vuole Salvini. Che si faranno quando vuole Renzi, cioè, quando il suo nuovo partito sarà pronto, invece, lo è di più?
Il problema sta proprio in questo: nel tempo del mediatico sono i sondaggi a determinare
Perché non votare ogni martedì, visto che il lunedì Mentana trasmette i nuovi sondaggi SWG?
A norma di Costituzione, si vota ogni 5 anni.
Faccio presente che, quando nel 2014 la Corte Costituzionale CERTIFICO’ che la composizione del Parlamento eletto nel 2013 NON rispecchiava sin dal principio il corpo elettorale (per via di una Legge elettorale creata da quel genio dell’incostituzionalità che si chiama Calderoli), neppure in quel caso il Parlamento venne sciolto.
Figurarsi se possano essere i sondaggi a determinare lo scioglimento del Parlamento
Ascolta, la battutina dei sondaggi di Mentana non faceva ridere la prima volta, figuriamoci la dodicesima. Capisco la difficoltà di difendere l’indifendibile (©️Satyricom) è la necessità di alzare la cortina fumogena, ma rimane il fatto di fondo, cioè che se non siamo andati a votare non è per rispettare la Costituzione ma per rispettare la constituency dell’UE (tradotto, l’egemonia franco-tedesca). Oggi siete entrati nel club e vi sta bene, ovviamente non considerate l’opzione “e poi vennero a prendere anche me”, perché siete più furbi, anche se lo nascondete molto bene.
Naturalmente, per fermare l’antidemocritico Salvini bisogna stiracchiarla questa Costruzione, salvo, poi, piagnucolare quando Salvini arriverà nella stanza dei bottoni, e i “pieni poteri” glieli avrete dati voi, per tenercelo fuori: l’eterogenesi dei fini nel suo compimento più perfetto.
Ripeto: Salvini ha fatto il testa-coda politico più allucinante della storia
Fatevi capace che se è saltato tutto c’è un solo responsabile: Matteo Salvini
@ Valerio – Se il capo della Lega, nonché Vicepremier, Matteo Salvini avesse voluto veramente nuove elezioni, aveva la possibilità di agire diversamente. Cioè avrebbe dovuto ritirare la sua delegazione dei Ministri della Lega per obbligare il Premier Giuseppe Conte a presentarsi da dimissionario al Presidente della Repubblica. In questo caso, Mattarella avrebbe obbligatoriamente sciolto le Camere per indire nuove elezioni o per verificare la possibilità di un Governo di centro/destra (magari più precario del precedente). Ma, avendo il Parlamento riconfermato la fiducia a Conte, egli si è confermato interlocutore affidabile nella formazione del successivo Governo. Perché Salvini si è rifiutato di svolgere questa azione decisiva per ottenere nuove elezioni ? Non voleva assumersi la responsabilità individuale della caduta del Governo ma indurre il Parlamento a sfiduciare Conte ? Ha solo esercitato una prova di forza per avere più consenso politico ? In caso di nuove elezioni, l’esercizio provvisorio di Governo avrebbe potuto evitare l’aumento dell’Iva, dello spread e l’instabilità che ne sarebbe conseguita ? A questo punto, o per scarsa capacità di comprendonio, o per spregiudicato uso dell’intrallazzo politico, mi sembra lecito svalutare le doti politiche del leghista, ammesso che ne abbia mai avute….
C’è un altro elemento da tenere in considerazione: il presunto europeismo e assoggettamento di Conte a Merkel e Macron

Basta ripercorrere il processo di individuazione della von der Leyen per rendersi conto che non è così.
Certo, se mentre i Ministri dell’Interno europei si riuniscono, quello italiano non va perché in perenne campagna elettorale, i risultati sono pochi. Se tutti avessero fatto come lui, saremmo stati freschi.
Torniamo alla questione:
«”lEuropa” ha dato il Commissario perché è Gentiloni, servo dell’EU come il Governo Conte»
Falso! Il Commissario alla concorrenza o all’economia lo aveva già contrattato Conte quando, su “nulla osta” di Salvini, è stato chiuso l’accordo sulla Von der Leyen. E fin da quel momento sarebbe spettato all’altro contraente, non al M5S. Quel Commissario sarebbe dovuto essere leghista
«”lEuropa” concede flessibilità perché il governo servo della Merkel e di Macron si è liberato di Salvini, baluardo antieuropeo»
Falso! A parte che, a prescindere dai comizi, cosa, di preciso avrebbe fatto Salvini per far preoccupare l’EU? O anche semplicemente detto nelle sedi ufficiali? Niente. Tanto che quando si formò il Governo giallo-verde lo spread calò come cala oggi.
Sulla flessibilità, poi, c’è un fatto incontrovertibile: tutti sapevano già dall’anno scorso che il rigore si sarebbe allentato per fare una cortesia alla Germania.
E lo sapevano bene pure in Lega. Su questo contavano, in realtà. Non ci sarebbe stato bisogno di “battere i pugni”. La flat tax l’avrebbero fatta in deficit, conferendo in flat tax ogni risorsa.
Che lo sapessero bene, lo ha detto Bagnai in Senato il 10 settembre. Gli “addetti ai lavori” sapevano già da settembre dello scorso anno che quest’anno i vincoli sarebbero stati allentati. Qui l’estratto:
Continua a sfuggire un piccolissimo particolare: io non ho votato Lega, ma M5S.
Con un chiaro mandato: no CE —> no Pd.
Salvini ha sbagliato: sia sottoposto al giudizio di Dio, che in democrazia è il certamine elettorale. Dove, tra l’altro, avrebbe preso una batosta. Per ciò che ha fatto, deve giustificarsi coi suoi elettori, non con me, che non l’ho votato prima e non lo voterò prossimamente.
Adesso, per non votare “quando vuole Salvini” (in realtà, quando vogliono gli elettori), voteremo quando vuole Renzi. Bel risultato! Poi vi stupite che non vi votiamo più. Ma tranquilli: è tutta colpa di Goldfinger Rinaldi.
Alle elezioni del 4 marzo 2018 chi ha votato M5S lo ha votato con un mandato preciso: C’è un programma. Chi ci sta?
Fare un governo con Renzi mi pare di non averlo letto.
Neanche farlo con la Lega era scritto da qualche parte, nel programma elettorale