Spygate-Russiagate. Italia coinvolta in pieno ma la stampa non ne parla

In Italia lo abbiamo conosciuto come “Russiagate”: L’interferenza della Russia a favore della campagna elettorale di Trump. In USA si parla di “Spygate”. È stato scoperto che era tutto costruito da FBI e Servizi stranieri. Italia in testa. Per cui qui lo chiamerò “Spygate-Russiagate”.

spygate-russiagate Renzi dietro il coinvolgimento italiano

È stranissimo. In USA lo Spygate-Russiagate è il tema del giorno con totale attenzione mediatica. In Italia c’è la coltre di silenzio. Forse ben sapendo che i Governi Renzi e Gentiloni ne furono complici.

Stavolta partiamo dalla fine.

Lo Spygate-Russiagate

L’Italia è stata coinvolta in una attività di spionaggio contro la campagna elettorale di Trump.

Sono stati messi a disposizione di Obama e della Clinton:

  • Servizi Segreti
  • Organi investigativi
  • Strutture giudiziarie
  • Strutture non governative, come, ad esempio, la Link Campus University

Di seguito, una lettera che l’Assistente del General Attorney USA (il Procuratore Generale di Stato) ha scritto al Deputato Nadler, Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti USA.

Della lettera tradurrò solo alcuni passaggi fondamentali

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La lettera di Boyd al Presidente della Commissione Giustizia Nadler sullo stato di avanzamento dello Spygate-Russiagate.

L’indagine in corso è definita “revisione”.

La revisione è ampia nei suoi scopi e molto sfaccettata ed è finalizzata a far luce sulle questioni aperte che riguardano le attività dei Servizi USA e stranieri, come pure organizzazioni non Governative e singole persone

E poi

Come ha dichiarato pubblicamente il Procuratore Generale all’audizione al Congresso e altrove, rimangono questioni aperte correlate alle origini di questa attività di investigazioni di controspionaggio e le attività che i Servizi americani e stranieri hanno intrapreso durante e prima che le investigazioni avessero luogo.

Ancora:

Il Procuratore Generale non vede l’ora di riuscire a comprendere meglio il periodo critico precedente alle elezioni presidenziali del 2016, che non erano state esaminate in modo approfondito

In USA lo Spygate è l’argomento del mese. In Italia il silenzio assoluto

Vediamo adesso uno degli innumerevoli servizi che stanno imperversando negli Stati Uniti sullo Spygate-Russiagate.

È di Fox News. 11 giugno 2019

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Al minuto 0:46 il conduttore chiede se gli ospiti concordano sul fatto che i Servizi di alcuni Paesi alleati (fra cui cita l’Italia) abbiano avuto parte nella costruzione di prove false contro Trump.

L’interlocutrice (Sara Carter) dice: “Assolutamente. Assolutamente”. Aggiunge, anche, che alcuni dei Paesi alleati hanno probabilmente agito su richiesta dell’FBI senza neppure sapere quale fosse il reale obiettivo.

Di sicuro l’Italia non è fra questi Paesi perché l’Italia svolse un ruolo attivo nella costruzione di quelle prove false.

Ci sono decine (se non centinaia) di questi servizi dei Media americani.

Aggiungiamo questo dato alla lettera dell’Assistente del Procuratore Generale di Stato.

Ma come è possibile che i media italiani neppure accennino alla questione?

In USA sta assumendo proporzioni enormi. Paragonabili solo al caso Watergate e all’impeachment di Bill Clinton.

Qui Trump

spygate-russiagate il più grande scandalo politico della storia

Lo Spygate potrebbe essere uno dei più grossi scandali politici della storia

Attività di sabotaggio iniziate nel 2015

L’altro ospite della trasmissione è Jim Jordan, componente della Commissione Giustizia.

Afferma un fatto nuovo (o quasi):

Dovete sapere che l’FBI era sulla questione già prima del 21 ottobre 2015, non dal 2016

Nel frattempo in Italia

Qualcuno ricorderà che per un periodo di tempo la stampa italiana vedeva russi dappertutto.

Iacoboni de “La Stampa” riuscì a individuare una “struttura” della Casaleggio & Associati. Ruotava attorno a un accont twitter (Beatrice Di Maio). Poi si scoprì essere la moglie di Renato Brunetta e Iacoboni non sentì il bisogno di chiedere scusa.

Era Novembre 2016. Siamo esattamente nel periodo della “costruzione”

“Il Fatto” e Iacoboni de La Stampa “indagano”

Prendiamo questo articolo del “Fatto Quotidiano” che avrebbe fatto “indagini”.

Si legge:

Il Fatto ha chiesto ai due ricercatori della Clemson University, Darren Linvill e Patrick Warren, che hanno fornito il dossier di oltre tre milioni di tweet al responsabile dell’inchiesta sul Russiagate, di analizzare l’attività di questo account. Ne è venuto fuori un dossier che va dall’anno della sua creazione fino alla fine del 2016. L’account, che dovrebbe aver cessato la sua attività a metà del 2017, è nato nel 2015.

L’account “incriminato”

È l’utente Elena07617349, oggi sospeso da Twitter ma a lungo attivo e – secondo quanto emerso finora – protagonista anche di alcuni tweet contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la richiesta di impeachment lo scorso maggio.

Si tratta di una serie di account, “spiega” sempre il Fatto

A scoprire il giro di tweet – e retweet soprattutto – è stato il sito americano guidato da Nate Silver, con la collaborazione di alcuni docenti universitari. Il sistema venuto alla luce è stato studiato così: 2.973.371 cinguettii provenienti da circa 3mila account caricati nel database aperto con tanto di autore, testo, data e tipologia di tweet, ovvero se originale o un retweet. Nove Excel raccolgono tutto. I file interessati dalla ricerca vanno dal febbraio 2012 a maggio 2018. Ma il picco di messaggi va dal 2015 al 2017. Non solo messaggi in inglese a favore di Donald Trump, dunque. Ma anche cinguettii in italiano a sostegno delle posizioni dei partiti populisti nostrani. Secondo i dati raccolti l’ordine non è quello di formulare contenuti originali e lanciarli nella discussione politica italiana: i troll russi per lo più rilanciano altri profili social con forte seguito e vicini ai loro temi..

Ovviamente si trattava dei “populisti” del Movimento 5 Stelle.

Facciamo il punto

  • I falsi “account russi” nascono nel 2015 per boicottare la campagna elettorale di Trump
  • È accertato che l’Italia è stato il centro nevralgico della costruzione anti Trump. Eravamo in tempi di Renzi e poi Gentiloni. Sostenevano spudoratamente Obama e Clinton
  • Renzi ha perfino finanziato con fondi ministeriali la campagna Clinton. Che possa aver messo a disposizione tutta la struttura dello Stato non è inverosimile
  • Alcuni degli “account russi” che “inquinavano” la campagna elettorale USA scrivevano anche in italiano e sostenevano i “populisti” del Movimento 5 Stelle
  • “Troll russi” fino a maggio-giugno 2018, quando si formò il Governo gialloverde. Sostenevano le posizioni “populiste” e attaccavano Mattarella con #MattarellaDimettiti.
  • Iacoboni “indagava” e tutto il resto della Stampa rilanciava

Alcuni articoli del “Fatto Quotidiano” (“Verbo” per molti elettori del Movimento 5 Stelle).

L’antiterrorismo, nientedimeno? Cercate e di questi articoli ne troverete a decine.

Soffermiamoci un attimo su “la Procura di Roma aprirà un fascicolo”.

Quale magistrato si occupò dei troll Russi? Eugenio Albamonte, proprio il magistrato che indagò i fratelli Occhionero nel gennaio 2017 e poi li condannò.

Esattamente quel magistrato che adesso è rinviato a giudizio a Perugia proprio per la sua gestione del “caso Occhionero”. Ne ho scritto ampiamente qui: Scandalo CSM, Procura di Perugia, il caso Occhionero e Russiagate.

Anche sul rinvio a giudizio di questo magistrato la nostra stampa mantiene un assoluto silenzio.

Eppure anche lui è stato Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e il caso ha riflessi internazionali semplicemente enormi.

Niente. Silenzio stampa.

Facciamo una ipotesi alla luce dei fatti

Riassumendo, c’è stata una costruzione dell’FBI con la più o meno consapevole partecipazione dei Servizi Segreti di potenze straniere, fra cui l’Italia. Per questa ragione la vicenda viene ormai definita Spygate-Russiagate.

Infatti ci sono le prove del coinvolgimento attivo dell’Italia in tutti i tentativi di sabotaggio della campagna Trump, dal rapporto Steele alle mail della Clinton. L’intero Spygate-Russiagate nasce e si forma in Italia.

Alcuni account “russi” a favore di Trump scrivevano anche in italiano e sostenevano le posizioni del Movimento 5 Stelle, per poi  ovviamente essere scoperti quali russi.

Così mettendo in cattiva luce il M5S in Italia e Trump in America. A vantaggio di Renzi in Italia e di Hillary Clinton in USA.

Perché l’Italia?

Renzi supportava i “Dem” USA con tutte le sue forze. Furono trasferiti anche denari pubblici da Ministeri alla Fondazione Clinton.

Nel 2016, Renzi aveva pure il problema del Referendum Costituzionale. Si sentiva talmente sicuro di vincerlo da dichiarare che in caso di sconfitta si sarebbe ritirato dalla politica. Aveva la necessità di mettere in atto tutti gli strumenti utili alla sua vittoria.

Oltre al sostegno alla campagna elettorale della Clinton, Renzi aveva quindi un interesse politico diretto e coincidente.

Renzi traeva vantaggio politico dallo Spygate-Russiagate screditando gli avversari.

La nascita e la morte di quegli account “russi” (dimostrati falsi dalle indagini USA) che però parlavano pure in italiano, si conclude con la formazione del Governo gialloverde.

Ecco perché è verosimile che Renzi (e poi Gentiloni) abbia svenduto Servizi, Istituzioni e Giustizia: per favorire la Clinton e avere un personale utile elettorale nel referendum 2016 e fino alle politiche 2018.

Ma io trovo assurdo che la stampa italiana non ritenga di accennare allo Spygate-Russiagate.

E trovo assurdo che la stampa taccia del magistrato Albamonte rinviato a giudizio.

O dovrei chiamarla “presstitutes“? È un termine coniato da Paul Craig Roberts. Mette insieme Stampa (press) e prostitute (prostitutes).

E mi pare ci siamo appieno.

Il Capo dello Stato ha avuto un ruolo? I suoi silenzi sullo scandalo del CSM hanno un significato? Sia Lotti sia Palamara citano spesso il Quirinale che, ovviamente smentisce.

“Presstitutes at their work” (stampa prostituta al lavoro), per citare ancora Craig Roberts.