Militari italiani in Niger. Per i migranti o per l’uranio francese?

L’annuncio di fine anno 2017: “Inviamo militari italiani in Niger per contrastare il traffico degli esseri umani e il terrorismo”. Ma davvero? E l’uranio francese non c’entra nulla?

Militari italiani in Niger - fort Madama

Militari italiani in Niger – fort Madama

Ci risiamo con la “teoria della follia”1. Di nuovo al seguito della Francia per difendere i suoi interessi in Africa. Dopo il disastro libico, ancora inviamo militari italiani in Niger per difendere gli interessi francesi. Stavolta è l’uranio

Secondo la narrazione stiamo inviando militari italiani in Niger perché:

Ci impegneremo per l’addestramento di forze che possano contribuire alla stabilità e alla lotta contro il terrorismo in Sahel. Partiremo con un’operazione bilaterale con il Niger che ha un interesse specifico pure per quello che riguarda i flussi migratori verso la Libia e verso il Mediterraneo. Dietro questo impegno c’è anche quello al contrasto del traffico di esseri umani.

A guidare le operazioni è la Francia.

I dubbi.

  1. Dopo il blocco libico i trafficanti hanno già sperimentato nuove rotte e ne hanno riaperte vecchie. Ecco lo schema delle rotte secondo Medici per i Diritti Umani (MEDU)
    Per aggirare il blocco libico sono state riaperte rotte Mali – Algeria – Tunisia e rotte Ciad – Sudan – Egitto. Quindi che senso ha una missione militare in Niger per bloccare la rotta nigerina?
  2. Come mai l’alfiere della protezione dei migranti è proprio Parigi che ha rimandato in Italia pure quelli entrati legittimamente in Francia?

Padre Mauro Armanino, missionario a Namey sostiene che “il pretesto del contrasto al terrorismo persegue solo la geopolitica delle risorse. (…) Seguiamo Macron su una strada pericolosa, violando nei fatti la sovranità del Niger e abbracciando una classe politica corrotta al soldo di Parigi”.

Gli interessi francesi

La Francia ha forti interessi nella zona africana del Sahel (Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Ciad, Senegal ed Eritrea).

Erano colonie francesi che negli anni sessanta hanno ottenuto una finta indipendenza. La Francia infatti estrae oro, ferro, carbone e, sopratutto, uranio. Specialmente in Niger.

E gestisce anche i servizi. La società che distribuisce acqua potabile (più o meno) è di proprietà francese.

Giusto per fare un esempio:

Nel 2011, come sappiamo, la sconsiderata iniziativa francese per accaparrarsi il petrolio libico finì con la morte di Gheddafi.

Le truppe nomadi che lo sostenevano, ben addestrate e armate fino ai denti, si spostarono in Mali.

Ma il Mali costituiva la nuova rotta per l’uranio dal Niger perché la Libia non era più rotta sicura, quindi la Francia intervenne immediatamente “manu militari”. Un approfondimento della questione è qui.

La Francia mantiene militarmente la sua presenza in Africa, come dimostra la cartina pubblicata nel 2013 da “Le Parisien“.

Da notare che, secondo la mappa, in Niger e in Burkina Faso sono presenti “forze speciali” francesi di cui non si conosce neppure l’entità. Le presenze militari francesi, comunque, si sovrappongono millimetricamente con gli interessi economici francesi.

In tutti i Paesi ex colonie la Francia continua ad esercitare il suo protettorato (in forma più e meno palese) corrompendo governi e imponendo capi di Stato.

La Francia e la politica Nigerina

A marzo 2016 si sono svolte le “elezioni” in Niger.

Hama Amadou, unico sfidante di Mahamadou Issoufou, era stato imprigionato nel novembre 2015 sulla base di indistinte accuse di traffico di bambini. Proprio pochi giorni prima del ballottaggio è stato trasferito in Francia per non meglio precisati trattamenti medici (fonte). Issoufou è stato quindi confermato Presidente con il 92% dei voti.

Le elezioni farsa imposte da Parigi e AREVA aprono una pericolosa fase di instabilità politica e scontri sociali in Niger. La rabbia e l’opposizione popolare verrà contenuta, secondo gli ossevatori locali, attraverso la strategia del terrore che consiste nel finanziare e utilizzare gruppi terroristici di matrice sunnita islamica per colpire il Paese, creare l’emergenza terrorismo e giustificare la necessità di uno stato di emergenza che congela la democrazia e i diritti civili (L’Indro).

Siccome è possibile che si vada incontro a periodi di instabilità la Francia ha necessità di rafforzare la difesa delle sue miniere di uranio.

L’uranio del Niger

Il Niger ha quantità impressionanti di uranio che la società francese Areva – di proprietà pubblica – estrae da tre miniere a cielo aperto.

La Francia ha 89 centrali nucleari e di queste oltre il 50% sono alimentate con l’uranio nigerino.

Greenpeace già nel 2010 ha lanciato allarmi sulla radioattività diffusa in Niger.

Riportando anche l’accusa ad AREVA:

le ONG locali accusano gli ospedali, controllati da Areva, di aver nascosto molti casi di cancro.

La popolazione nigerina, infatti, non ha alcun beneficio dall’estrazione dell’uranio. Oltre il danno, la beffa di essere fra gli ultimi 10 Stati al mondo per sviluppo sociale ed economico.

Le concessioni relative alle miniere – prevedano o no, come si sospetta, clausole segrete – hanno arricchito una classe dirigente sovrabbondante di militari, non certo la popolazione, che è agli ultimi posti in tutte le classifiche mondiali sullo sviluppo umano (fonte).

Altissima la mortalità infantile. Il rapporto “Infanzia rubata” di Save the children mette a confronto 172 Paesi. Il Niger è al 172° posto.

Quindi se dal Niger si emigra è a causa dello sfruttamento operato dai francesi. Identico discorso per gli altri Paesi sotto protettorato.

I militari italiani in Niger

Ricapitolando:

  • la missione militare in Niger non blocca il traffico dei migranti perché i trafficanti stanno già battendo altre rotte;
  • la Francia ha i suoi sporchi interessi da difendere.

Non si capisce perché, ancora una volta, l’Italia debba fare vassallaggio alla Francia contro i suoi stessi interessi.

La “location”

I militari italiani saranno di stanza a Madama. Un forte costruito in mezzo al deserto nel 1931 dalla legione straniera attorno al quale è stato realizzato un avamposto (vedi foto di testa).

Si trova in mezzo al nulla, fra filo spinato e zone minate, quasi al confine con la Libia.

Nonostante la presenza massiccia delle forze speciali francesi, l’area è sotto il controllo di Mokhtar Belmokhtar (detto “Il guercio” o “Mr. Marlboro”).

Da un articolo di Analisi Difesa:

in tutta l’area sono attive squadre jihadiste micidiali. Le guida il leggendario “Mister Marlboro” Mokhtar Belmokhtar, il contrabbandiere convertito alla guerrasanta, che si è imposto come uno dei comandanti fondamentalisti più feroci e imprevedibili.

Rispetto ai militari italiani in Niger Mister Marlboro ha ulteriori vantaggi. Nel deserto ci vive e lo conosce benissimo perché esercitava il contrabbando ed è alleato con tribù Tuareg e nomadi.

Quindi l’invio di militari italiani in Niger non solo è inutile e contrario agli interessi del Paese, ma è pure estremamente pericoloso.

Ancora da Analisi Difesa:

se schiereremo truppe a Madama dovremmo mettere in conto anche operazioni di combattimento e del resto come può non essere “combat” un’operazione che deve “contrastare” terroristi, miliziani e trafficanti armati fino ai denti?


1 Teoria della follia di Einstein: Follia è ripetere sempre le stesse azioni aspettandosi risultati diversi.