Yemen – Trapelato rapporto ONU: coalizione saudita e omicidi di massa

Traduzione articolo Zerohedge: “Leaked UN Report: Saudi Coalition Responsible For Mass Child Deaths In Yemen Coalizione saudita responsabile di omicidi di massa in Yemen.

La Ministra Pinotti in Arabia Saudita, responsabile di omicidi di massa in Yemen

Un rapporto trapelato dall’ONU conclude che l’Arabia Saudita ha massacrato migliaia di bambini nello Yemen sin dall’inizio della sua campagna aerea nel povero Paese e adesso i sauditi stanno utilizzando la loro vasta ricchezza e la loro infuenza per sopprimere le risultanze del documento per rimanere fuori da una blacklist dell’ONU che identifica le nazioni che violano i diritti dei bambini.

Mercoledi Foreign Policy ha pubblicato la notizia bomba basata sul possesso di una bozza del documento ONU di 41 pagine secondo cui l’Arabia Saudita e i suoi alleati nella coalizione in Yemen (fra cui gli Stati Uniti) sono dichiarati colpevoli di orribili crimini di guerra, incluso il bombardamento di dozzine di scuole, ospedali e infrastrutture civili.

Foreign Policy riporta:

L’uccisione e la mutilazione di bambini rimane la violazione prevalente dei diritti dei bambini in Yemen, secondo la bozza di rapporto ottenuta da Foreign Policy

La coordinatrice degli autori del documento, Virginia Gamba, capo dei rappresentanti speciali per gli abusi sui bambini in tempo di guerra, ha informato lunedi i funzionari che intende raccomandare che la coalizione guidata dall’Arabia Saudita sia aggiunta alla lista dei Paesi ed entità che uccidono e mutilano i bambini, secondo una fonte ben informata.

Il rapporto ONU, ha inoltre accertato che gli attacchi aerei “sono stati la causa di oltre la metà delle vittime, con almeno 349 bambini uccisi e 333 feriti” durante il periodo di tempo recentemente studiato.

Mentre non è chiaro in quale specifico periodo di tempo l’ONU ha valutato queste cifre, AP News (anche loro in possesso del documento) scava più a fondo rivelando che «l’ONU ha verificato un totale di 1.953 ragazzi uccisi e feriti in Yemen nel 2015 – un incremento di sei volte in confronto al 2014» – essendo la maggior parte di queste morti il risultato della potenza aerea dei sauditi e della loro coalizione.

Sempre secondo AP News:
Si sostiene che circa tre quarti degli attacchi su scuole e ospedali – 38 di 52 – sono stati anche essi messi in atto dalla coalizione.

Il rappresentante dell’Arabia Saudita al Consiglio ONU per i diritti umani, Abdulaziz Alwasil con il Direttore generale dell’ufficio ONU di Ginevra (UN/Photo/Pier Albouy. Fonte: Osservatorio ONU

Nel frattempo l’Arabia Saudita sta facendo immense pressioni sull’ONU e sulla Commissione responsabile del rapporto, con gli Stati Uniti anche al lavoro dietro le quinte per mitigare l’imbarazzo pubblico e le ricadute che deriverebbero nel caso in cui l’Arabia Saudita ricevesse la censura formale nel prossimo rapporto annuale su “bambini e conflitti armati”.

La questione è relativa alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU n° 1379 del 2001, che da mandato a un funzionario anziano dell’ONU di produrre un rapporto annuale documentando gli attacchi contro bambini nei conflitti armati, allegando un elenco che costituisce blacklist di Governi, terroristi e gruppi armati che uccidono e mutilano ragazzini.

Negli ultimi anni l’Arabia Saudita ha cercato di utilizzare l’ONU per proteggere e migliorare la sua immagine sulle questioni relative a diritti umani e riforme.

Incredibilmente il tirannico Paese – che ha l’Islam Whaabita quale religione ufficiale di Stato – è attualmente parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Inoltre fornisce massicci finanziamenti per i programmi di aiuto umanitario ONU.

L’anno scorso l’Arabia Saudita fu per breve tempo aggiunta alla lista delle Nazioni Unite delle entità statali e non statali coinvolte negli assassinii di massa di bambini, ma, secondo Foreign Policy:

Per tutta risposta l’Arabia Saudita ha minacciato di organizzare l’uscita dei Paesi Arabi dalle Nazioni Unite e tagliare centinaia di milioni in aiuti alle organizzazioni internazionali anti povertà se non veniva rimossa dalla lista ONU dei Paesi canaglia.

Il Segretario Generale ONU Ban Ki-moon accettò con riluttanza di togliere temporaneamente dalla lista la coalizione, menzionando la preoccupazione che la perdita dei soldi del Golfo Persico avrebbe messo in pericolo le vite di milioni di bambini bisognosi dal Sudan del sud allo Yemen.

Ma ha pure insistito sul fatto che avrebbe reinserito la coalizione nella lista a meno che una revisione congiunta ONU-Arabia Saudita sulla condotta della coalizione avrebbe dimostrato l’infondatezza delle accuse o la fine degli attacchi contro i bambini. I sauditi, però, non furono mai reinseriti nella lista e gli attacchi non sono mai cessati. 

Secondo l’UNICEF circa 600 bambini sono stati uccisi e 1.150 feriti in Yemen fra marzo 2016 e marzo 2017.

L’Arabia Saudita e gli altri ricchi Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo sono da tempo riusciti a evitare l’esame dei media e delle organizzazioni internazionali sui Diritti Umani facendo affidamento alle loro tasche senza fondo e le relazioni di sicurezza con l’Occidente.

L’interdipendenza fra petrolio e armi e investimenti in infrastrutture con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti si sono tradotti nei Governi dell’Occidente, media e organizzazioni sui diritti umani, trascinando i programmi dei partiti verso gli sceiccati del Golfo, felici (con poche eccezioni) di presentarli in modo acritico come forme di benevole monarchie riformiste, anti-terroriste e sostenitori dei diritti umani.

Gli stessi Stati Uniti sono stati parte integrante della coalizione (che include pure Bahrain, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Egitto, Sudan e con il Regno Unito quale enorme fornitore di armi.

[L’articolo non menziona l’Italia quale fornitrice di armi. Eppure è noto che interi containers di bombe sono e sono state imbarcate in Sardegna verso l’Arabia Saudita. Alcune bombe lanciate sullo Yemen appartengono a quelle forniture. Riconosciute dai codici univoci NATO].

Gli attacchi aerei sauditi sul Paese impoverito, che hanno ucciso molte migliaia di civili e mutilato decine di migliaia, hanno coinvolto l’assistenza dell’Intelligence USA e l’utilizzo di apparecchiature militari americane.

Anche il colera è ricomparso fra le spaventose condizioni di guerra e infrastrutture civili come gli ospedali sono stati bombardati dai sauditi.

La guerra in Yemen è stata drasticamente silenziata dai media americani che tendono a focalizzare sui diritti umani in Russia o in Siria, dove il Presidente Bashar al -Assad è raffigurato come un maniaco omicida orientato a massacrare la sua stessa popolazione civile.
All’inizio della guerra il prestigioso “Columbia Journalism Review” ha realizzato un breve studio per tentare di spiegare, secondo il titolo, “Perché nessuno parla della guerra in Yemen”.

Altri analisti hanno a lungo criticato la tendenza dei media e della classe politica a esagerare la presenza dell’Iran in Yemen, mentre volontariamente, ignorano o sminuire gli evidenti crimini di guerra dei regimi clienti USA del Golfo: mentre l’Iran e la sua coalizione è dipinto come terrorizzatore della regione, la coalizione saudita è costantemente lanciata come nobile e degna di lode.

L’Arabia Saudita e i suoi sostenitori temono ciò che percepiscono come crescente influenza iraniana nella regione e cercano di difendere a tutti i costi le forze yemenite fedeli al Presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi.

Il Presidente Hadi ha notoriamente fatto il discorso del settembre 2016 davanti alle Nazioni Unite in cui ha giurato che avrebbe “sottratto lo Yemen dagli artigli dell’Iran” – per il quale ha ricevuto supporto internazionale.

Mentre le bombe saudite piovono sulla popolazione civile dello Yemen, la “comunità internazionale” accusa l’Iran di intralciare la pace.

Adesso le ovvie e crescenti contraddizioni tra quanto le Nazioni Unite sostengono di rappresentare e gli abusi sui diritti umani di alcuni dei suoi più influenti e ricchi Stati membri diventano sempre più pubbliche e impossibili da negare.

Documentando gli abusi dei diritti umani l’ONU adesso è in violazione della sua chiara risoluzione messa nero su bianco, in quanto la sua equivoca relazione con l’Arabia Saudita e i suoi sostenitori occidentali continua ad emergere con innegabile documentazione.