Al voto? Mattarella cercherà di impedirlo. Lo vuole l’Europa.

L’esito referendario è chiaro. Andare al più presto al voto sarebbe solo un atto di buon senso, ma l’Europa non è d’accordo.

al voto, ma Mattarella non lo consentirà

Una direzione PD aberrante. Un Renzi tronfio di boria come avesse trionfato. Occorre andare al voto il prima possibile, ma Mattarella farà di tutto per impedirlo. Lo chiede l’Europa

La direzione PD.

Ha parlato solo Renzi. Nessun accenno alla sconfitta al referendum. Nessuna auto critica. Al contrario, ha snocciolato i soliti refrain sulle miracolose riforme realizzate dal suo Governo, a partire dal Jobs Act e dall’abbattimento delle tasse. Miracoli che vede solo Renzi, ovviamente. Il Jobs Act ha prodotto la precarizzazione del lavoro e l’abbattimento delle tasse si scontra con l’aumento del gettito fiscale.

Se aumenta il gettito, è ovvio che le tasse sono aumentate.

Ma allora, secondo Renzi, perché la riforma costituzionale è stata sonoramente bocciata?

Ma semplice: a causa degli italiani gretti, stupidi e arretrati. Alcune “chicche”:

 

testa-referendumPer Chicco Testa la colpa è dell’arretratezza del sud

Per la senatrice Laura Puppato chi ha votato NO è cretinoPer la senatrice Laura Puppato chi ha votato NO è cretino

Anzi, a ben pensarci, Renzi ha proprio trionfato. Lo dicono i renziani DOC, quali Luca Lotti, Andrea Marcucci, Alessandra Moretti. Quest’ultima dichiara con sprezzo del senso del ridicolo:

Ora dobbiamo ripartire dai 13 milioni di Si, tutti imputabili a Renzi, che si conferma l’unico leader in campo in grado di incarnare il riformismo di cui si parla da decenni

L’ipotesi che i voti referendari (sia i SÌ sia i NO) possano essere imputati a qualcuno è di una tale idiozia da non meritare alcun commento.

Un fatto è certo: “Renzi e i suoi” sono certi di non aver sbagliato proprio nulla. È assai probabile che Renzi sia seriamente tentato di farsi un partito tutto suo. Magari lo facesse. Ce ne libereremmo definitivamente.

Al voto? L’Europa non vuole

Alla vigilia del voto referendario Standard & Poor’s diceva “se vince il SI sarebbe meglio, ma pure col NO non sarebbe un disastro. PURCHÉ SI CONTINUI A FARE LE RIFORME”.

Oggi, dall’Europa:

Wolfgang Schauble:

non ci sono motivi per ritenere che questo voto possa innescare una crisi dell’euro. L’Italia adesso ha bisogno di un governo che sia capace di agire per continuare le riforme.

Pierre Moscovici:

ci sarà un governo italiano che incarnerà la continuità

Ha vinto il NO e le “regole europee” non sono automaticamente recepite nella Costituzione.

Occorre che qualcuno continui a fare carta straccia della Costituzione

Per “proseguire sulla via delle riforme” è quindi necessario un Governo con i pieni poteri.

Ma quali sono queste “riforme”?

Risposta ovvia: tasse, tagli di spesa e privatizzazioni.

Dalla Dichiarazione dell’Eurogruppo sulle bozze di bilancio 2017

Siamo d’accordo con la valutazione della Commissione secondo cui il bilancio è a rischio di non conformità con i requisiti del Patto di Stabilità e Crescita. Prendiamo atto che secondo l’ultima valutazione della Commissione, lo sforzo di bilancio strutturale in Italia nel 2017 sarà -0,5% del PIL, mentre è richiesto + 0,6% del PIL nell’ambito della parte preventiva. Su questa base, sarebbero necessarie significative misure aggiuntive.

L’Europa, quindi, pretende una manovra correttiva che preveda nuove tasse e tagli di spesa per 1,1 punti di PIL (16-18 miliardi)!

Nuove entrate e maggiori tagli per ridurre il rapporto debito/PIL, ma non solo. PRIVATIZZARE, PRIVATIZZARE e ancora PRIVATIZZARE!

Ancora dalla “Dichiarazione”

Ricordiamo l’impegno di utilizzare le entrate impreviste o risparmi di spesa imprevisti nel 2017 e intensificare gli sforzi di privatizzazione per portare il rapporto del debito su un percorso discendente.

Lo stesso Renzi in direzione PD ha ricordato l’irrinunciabilità del programma “Industria 4.0” (svendita di infrastrutture e utilities, vedi Titolo V nella riforma: l’esproprio di servizi e infrastrutture).

Al voto? Ma non scherziamo.

Mattarella farà di tutto perché non si voti.

Mattarella farà tutto quanto in suo potere perché ci sia ancora un Governo che esegua gli ordini.