Lega Nord-Diplomazia USA. I cablo WikiLeaks parte I

Lega Nord-Diplomazia USA. I rapporti svelati da wikileaks

Dopo aver esaminato le “prove” a carico di Grillo vediamo i rapporti Lega Nord-Diplomazia USA. Qui, però, ci sono i cablo WikiLeaks a delinearli.

Parte seconda (Salvini, Tosi e Zaia) ⇒

Una premessa che ogni tanto ripropongo: non ho nulla contro la Nazione Stati Uniti d’America. Non ho nulla contro il Popolo americano. Diverso è il mio sentimento verso quei settori della politica americana che coltivano il sogno egemone e che per realizzarlo non si fanno scrupolo alcuno a scatenare guerre, a tramare, a rovesciare Governi. Quella politica che classicamente si attribuisce ai “Neocon” e con essi alla politica reaganiana e dei Bush, ma che spesso non è disdegnata dai presidenti “democratici” come Obama.

Ecco, quando con i suoi rapporti con questi ambienti politici americani la politica italiana agevola il “sogno di egemonia”, siamo in presenza di traditori della Patria. Come più volte già visto su questo blog,  WikiLeaks ci offre tutti gli strumenti per individuarli.

Sfogliando come spesso mi accade WikiLeaks, mi sono imbattuto in ben quattro cablo – datati fra aprile e agosto 2009 – che riguardano la Lega Nord e i suoi rappresentanti, anche attuali. Come mia abitudine, di ciascuno fornisco i link a WikiLeaks (nelle note), in modo che ciascuno possa verificare da sé. Come mia abitudine non decontestualizzerò. Riporterò interi pezzi dei cablo accostando la traduzione. Si parla di strategie elettorali per le regionali del 2010 e della successione di Bossi che, per la diplomazia USA, pare essere di importanza strategica.

I rapporti Lega Nord-Diplomazia USA sembrano ben più che amichevoli. La diplomazia USA è a conoscenza delle più recondite aspirazioni della Lega e delle strategie più segrete per realizzarle. Vedremo che tra gli altri possibili successori di Bossi, nel 2009 viene già tracciato il profilo di Matteo Salvini.

I cablo presi in esame sono quattro. Sono quindi costretto a dividere il post in due parti. Poi ci saranno altri post giacché, alla luce di questi cablo, alcune questioni riguardanti la Lega Nord e i suoi rapporti non proprio trasparenti con “enti e associazioni” vanno probabilmente rivisti.

Vediamo il primo1 – Pranzo del Console Generale con Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti:

Calderoli and Giorgetti agreed that European Parliamentary elections in June were of secondary importance to the party. Nonetheless, LN is clearly keeping an eye on those races. Giorgetti noted that polls showed increasing LN strength ahead of the June elections, but that paradoxically LN party leader Umberto Bossi was worried that the party would get too much support. Further gains at the expense of PdL this year could upset the coalition’s balance, he argued, and drive the PdL to seek to openly tarnish LN at every opportunity ahead of the 2010 elections. Giorgetti said the LN strategy in the short term would be to keep Berlusconi in a bear hug, as close as possible. “If Berlusconi says red, we say red. If he says black, black for us too.” Giorgetti sensed Berlusconi was looking to create friction to push LN to be more extreme and improve PdL’s support, but he was clear LN would not fall for it.

Calderoli e Giorgetti concordarono sul fatto che le elezioni europee di Giugno sono di secondaria importanza per il partito. Purtuttavia, la Lega Nord sta chiaramente tenendo d’occhio la competizione. Giorgetti ha fatto notare che i sondaggi mostrano un incremento della forza della Lega, ma paradossalmente il leader della Lega, Umberto Bossi è preoccupato dell’eccessivo successo. Ulteriore guadagno elettorale a scapito del PDL potrebbe sconvolgere l’equilibrio della coalizione e potrebbe indurre il PDL a cercare di screditare la Lega ad ogni occasione prima delle elezioni del 2010. Giorgetti ha detto che la strategia della Lega, nel breve periodo, è tenersi strettamente abbracciati a Berlusconi. “Se Berlusconi dice rosso, noi diciamo rosso. Se dice nero, nero pure per noi”

Come si può notare, il rapporto con il Console è tale da confidargli le strategie, anche quelle che non venivano espresse neppure agli alleati del centro destra. Per quanto riguarda gli obiettivi regionali, Calderoli dice con chiarezza:

When asked which two governorships LN hoped to get, Calderoli explicitly named the Veneto suggesting LN had enough support to win outright there and thus the center right coalition would support a LN candidate to keep the LN from “going it alone.” It was clear that Lombardy was the second target, but Calderoli insinuated that Lombardy was probably too prominent for Berlusconi’s People of Liberty party (PdL) to give up and that LN might be able to give up Lombardy for a guarantee on Veneto and some other concessions.

Alla domanda quali erano le due Regioni che la Lega sperava di conquistare, Calderoli esplicitamente cita il Veneto, aggiungendo che la Lega ha forza sufficiente per vincere a mani basse e quindi la coalizione di centro destra supporterebbe il candidato della Lega per evitare che vada da sola. Era chiaro che il secondo obiettivo era la Lombardia, ma Calderoli la lasciato intendere che la Lombardia era probabilmente troppo importante perché il PDL di Berlusconi la lasciasse e che la Lega potrebbe mollare sulla Lombardia per il Veneto e qualche altra concessione.

Vedremo che queste posizioni si affineranno nei successivi cablo.

Il secondo cablo2 è del luglio 2009. Si erano celebrate le elezioni europee e la Lega aveva avuto un buon risultato. Il timore che Berlusconi cominciasse ad essere insofferente verso chi rosicchiava solo i voti alla sua destra diventa forte. Bossi, quindi, tenta di mostrarsi interessante per l’elettorato di sinistra:

Northern League President Umberto Bossi took advantage of what was supposed to be a appropriations vote for Italy’s overseas missions to launch a broad debate on the utility and future of Italian military participation, particularly in Afghanistan. The bill – which goes to a vote on July 30 or 31 and is expected to pass – simply provides the resources to follow through on the Overseas Mission decree that was unanimously endorsed by the Chamber of Deputies on July 23.

Il Presidente della Lega Nord Umberto Bossi ha approfittato di ciò che doveva essere solo un voto di finanziamento per le missioni all’estero per lanciare un ampio dibattito sulla utilità e sul futuro della partecipazione italiana alle missioni militari. Il progetto di legge – che verrà votato il 30 o il 31 luglio e ci si aspetta venga approvato – fornisce semplicemente le risorse per finanziare il decreto sulle missioni all’estero. Decreto che è stato votato all’unanimità dalla Camera dei Deputati il 23 Luglio.

Ma nel frattempo l’Ambasciatore rassicurava la Segreteria di Stato americana. In chiusura di quel cablo, infatti, scrive:

The timing of Bossi’s outburst has far more to do with domestic political calculation. With the G8 and European elections now over, the Northern League and Berlusconi’s PdL are in open competition for the same voters in the March 2010 regional elections. Coming off a very strong showing in the European Parliament elections, Bossi is both demonstrating his independence from Berlusconi and is also seeking greater leverage within the current coalition. While Afghanistan is a non-issue for Lega’s core supporters, Bossi is actively trying to lure working class voters who have in the past backed the flailing leftist parties across the divide. Taking an anti-militarist stance burnishes his appeal. Most of Italy’s regional president posts are up for election next Spring and Bossi is keen to ensure that Lega Nord has the edge in the competition for the key posts against its PdL coalition partner. Reminding Berlusconi, with whom he works very well, of his growing relative power aids that effort.

La tempistica della sparata di Bossi ha più a che fare con un calcolo politico interno. Con il G8 e le elezioni europee alle spalle, la Lega Nord e il PDL di Berlusconi sono in competizione per agganciare gli stessi elettori per le elezioni regionali di Marzo 2010. A seguito dell’affermazione elettorale alle elezioni europee, Bossi sta dimostrando la sua indipendenza da Berlusconi per ottenere un maggiore peso all’interno della coalizione. Mentre l’Afghanistan è un “non problema”, per il nocciolo duro della Lega, Bossi sta cercando di adescare i voti della classe lavoratrice che, nel passato, in questo ambito ha sostenuto le agitazioni dei partiti di sinistra. Assume la posizione anti-militarista per tirarsi a lucido. La maggior parte dei Presidenti di Regione verranno rinnovati la prossima primavera e Bossi è intenzionato ad assicurarsi che la Lega abbia i margini per avere i posti chiave rispetto ai partner del PDL. Ricordare a Berlusconi, col quale lavora benissimo, il suo crescente potere relativo lo aiuta.

Come dire “Tranquilli tutti: è teatro. Bossi antimilitarista è un bluff”. 

E infatti coincidenza vuole che il rifinanziamento sia stato approvato dal Senato esattamente il 30 Luglio. È la Legge 108/2009.

E infatti coincidenza vuole che la Lega ai successivi rifinanziamenti taccia e voti. Qui il voto relativo al rifinanziamento della missione in Afghanistan del 2 Dicembre 2009.

Parte seconda (Salvini, Tosi e Zaia) ⇒


1 Cablo del 28 Aprile 2009. Dal Consolato Generale USA di Milano. Classificazione: Confidenziale.
2 Cablo del 30 Luglio 2009. Dall’Ambasciata di Roma. Classificazione: Confidenziale