Tommaso Currò: Matteo Renzi incassa la prima cambiale

Tommaso Currò

Tommaso Currò lascia il Movimento 5 Stelle. È il come che è strano. Il suo intervento è stato un totale atto di sottomissione. Apologetico come solo gli slogan renziani sanno essere. Come fosse stato scritto personalmente da Filippo Sensi (in arte Nomfup). Altri lo seguiranno.

Tommaso Currò, il deputato siciliano dissidente da sempre, ha rotto gli indugi. Ha votato per il governo e ha lasciato il gruppo del Movimento 5 Stelle.

Intorno alle ore 13.00 di ieri 16 Dicembre Deputati e Senatori 5 Stelle hanno ricevuto la notifica sui loro palmari: Tommaso Currò ha abbandonato le chat e gruppi privati dei parlamentari 5 Stelle. Questo è stato l’unico segnale che molti parlamentari hanno avuto. Nessun sentore, nessun altro preavviso.

Ore 13.17 il Deputato Tommaso Currò prende la parola a titolo personale e, nell’annunciare il voto favorevole alla relazione di Matteo Renzi sul consiglio europeo, dichiara di lasciare il gruppo.

Un intervento durissimo, quello di Tommaso Currò. Durissimo nei confronti dei 5 Stelle, ovviamente. Apologetico nei confronti di Matteo Renzi.

Potrebbe benissimo essere un intervento scritto dalla mano di Filippo Sensi1 (e probabilmente lo è). Ogni passaggio contiene un elemento tratto dai più classici slogan renziani.

Renzi che si assume la responsabilità di governare l’Italia (responsabilità della quale in molti lo esimeremmo più che volentieri), Renzi che costituisce una discontinuità con le politiche di austerità del passato (discontinuità della quale, oltre a Tommaso Currò, se ne sono accorti solo Renzi e Padoan, visto che la CGIA di Mestre sostiene che già solo sulla casa si è avuto un aumento superiore al 100% e fino al 236%).

E poi ancora un Governo che ha fermato il declino economico (magari qualcuno dovrebbe farlo sapere a Standard & Poors che ci ha appena declassato a BBB- , appena un soffio sopra la spazzatura), mentre il M5S attua atteggiamenti pregiudizievoli per la stabilità della Repubblica (Napolitano gongola), L’Europa più equa e più giusta di Renzi (sic!) contrapposta a quella populista che si allea con Farage e ne mina le basi (ancora sic!) proponendo referendum per uscire dall’euro …

Insomma, un abbraccio all’intero programma di governo di Matteo Renzi. Eccolo:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Cv06S5gFBa0?feature=oembed&w=1170&h=878]

Ci sarebbe da chiedersi come mai il deputato Tommaso Currò si sia candidato con un Movimento che sin da subito si poneva come obiettivo un referendum per uscire dall’euro, se i 20 punti per i quali è stato eletto sono questi:

i 20 punti del Movimento 5 Stelle

Inoltre, per un parlamentare 5 Stelle questo è il momento meno opportuno per dichiarare l’amore per Matteo Renzi e per un PD travolto da mille scandali, indagini e inchieste anche di enorme rilievo, quale “mafia Capitale”.

Ma ecco che un altro video ci spiega l’arcano. Una ripresa di “Vista agenzia televisiva nazionale”, al minuto 1:46 ci mostra Matteo Renzi.

Stravaccato come fosse nel tinello di casa sua con una birretta in mano, piuttosto che alla Camera dei Deputati, non pare affatto sorpreso. Anzi, compiaciuto e soddisfatto tamburella con la mano sul banco dietro di lui.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=O6rc-zWuGwA?start=106&feature=oembed&w=1170&h=658]

È evidente che Matteo Renzi sapeva a priori non solo del salto della quaglia di Tommaso Currò, ma conosceva già anche quel che avrebbe detto.

Il mio personale parere è che la sortita di Tommaso Currò sia stata determinata dal cambio di strategia del Movimento 5 Stelle a partire dalla costituzione del “non direttorio”.

Sono state sospese le espulsioni (che tanto rumore mediatico hanno fatto) e sostituite con la strategia del “chi vuole andare vada”.

Ragione per cui, nonostante alcuni parlamentari abbiamo fatto e fanno di tutto per essere cacciati, sanno che non sarà facile raggiungere l’obiettivo.

Ma Renzi adesso ha fretta. A breve ci sarà pure l’elezione del Capo dello Stato. Gli impegni che alcuni parlamentari 5 stelle hanno assunto con lui devono essere mantenuti. Le cambiali vengono portate allo sconto.

Altri, quindi, seguiranno Tommaso Currò. A mano a mano che Renzi darà loro l’ordine, tutti i “dissidenti” la cui ragione di dissenso consiste nella linea di non accordo (inciucio, nel linguaggio pentastellato) con il “partito unico” lasceranno il Movimento 5 Stelle.

Con ciò riferendosi a quella commistione fra destra e sinistra (entrambe fittizie) che porta tutti gli altri partiti (nessuno escluso) a gestire insieme affari, appalti e cosa pubblica nel personale interesse, infischiandosene se per raggiungere tale obiettivo occorre diventare contigui – se non parte integrante – con ambienti malavitosi e mafiosi.

Uno alla volta, nel medio periodo, per mantenere viva la “tensione mediatica” al fine di distrarre dai veri scandali e dai veri disastri. Finché non farà più notizia.

L’ultimo gruppetto residuale verrà riservato, in unica soluzione, in sede di elezione del Capo dello Stato


1 Il capo della comunicazione renziana, in arte Nomfup
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