M5S, REFERENDUM, EURO: CHE FARE?

referendum M5S per l'uscita dall'euro

Il Coordinamento della sinistra contro l’euro sostiene l’iniziativa di raccolta firme del M5S- Comunicato del 15 dicembre 2014.

«Il 13 dicembre il Movimento 5 Stelle ha inaugurato la campagna di raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare per un referendum di indirizzo sull’uscita dell’Italia dall’euro. Per la prima volta il M5S esprime una posizione netta nei confronti dell’Unione Europea e dell’euro, facendone seguire una chiara azione politica con la promozione di una campagna referendaria atta ad interrogare i cittadini sulla fuoriuscita del Paese dalla moneta unica.

Il Coordinamento della Sinistra contro l’euro, pur ritenendo che l’utilizzo del referendum d’indirizzo sia un terreno accidentato, di difficile realizzazione sul piano dei rapporti di forza nonché rischioso – a causa della forza che i media euristi avranno nel seminare terrorismo ed inquinare il dibattito pubblico – saluta con piacere l’apertura della battaglia politica sulla questione dell’euro e della sovranità democratica.

Nonostante i limiti espressi e la convinzione che l’Italia non uscirà dall’euro tramite referendum, il Coordinamento della Sinistra contro l’euro ritiene comunque che questo sia uno strumento utile ad aprire in modo più ampio possibile il dibattito pubblico, una grande occasione per permettere a ogni cittadino di avere un’informazione completa e non distorta su quale sia la responsabilità della moneta unica nel disastro economico in cui il nostro paese è sprofondato e sulle soluzioni possibili.

L’insostenibilità di un’area valutaria come quella europea è un fatto evidente, noto a tutti gli economisti, tant’è che ormai da tempo è in atto un riposizionamento diffuso delle forze politiche nei riguardi dell’euro e che, partendo dalla destra sciovinista della Lega, tocca la destra liberista berlusconiana ed ora perfino spezzoni del PD. Purtroppo, però, l’uscita dalla moneta unica – che avverrà solo sotto la spinta di forti volontà politiche – potrebbe non significare un reale cambiamento di rotta nelle politiche economiche applicate nell’intero continente e nel nostro paese. Se la classe politica che traghetterà l’Italia fuori dall’euro sarà del medesimo tipo di quella che ci ha portati all’interno dell’eurozona, essa difenderà gli interessi dei grandi poteri economici, sicché avremmo un finto cambiamento che ci porterebbe semplicemente alla prosecuzione delle stesse politiche liberiste di redistribuzione di ricchezza dai più poveri ai più ricchi, di privatizzazione indiscriminata di beni pubblici, comuni e servizi.

L’uscita dall’euro rappresenta, infatti, una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire un futuro al nostro Paese, e che siano irrinunciabili punti fondamentali quali:

1)  Disdetta dei trattati fondanti dell’UE (da Maastricht al Fiscal Compact)
2)  Nazionalizzazione della Banca d’Italia e del sistema bancario
3)  Politica economica volta al raggiungimento della piena occupazione
4)  Emissione della nuova valuta sovrana
5)  Controllo sui movimenti di capitale
6)  Piani di “Lavoro Garantito” per il raggiungimento della piena occupazione
7)  Moratoria sul debito pubblico
8)  Applicazione dei principi costituzionali, per la democrazia economica, anche con l’adozione di strumenti di democrazia reale

Tutte questioni attinenti la piena e corretta applicazione della nostra carta costituzionale, obiettivi di vitale importanza per permettere un ritorno ai fondamentali valori democratici e quindi il recupero della piena sovranità popolare.

Il Coordinamento della sinistra contro l’euro, quindi, sostiene l’iniziativa di raccolta firme del M5S, con la volontà di avviare un chiaro e sincero confronto sul terreno della concreta collaborazione tra tutti i cittadini e i militanti che operano nei territori, affinché il Paese, oggi sprofondato in una crisi socio-economica senza precedenti, possa tornare libero democratico e sovrano, rimettendo al centro la politica come mezzo per difendere gli interessi del popolo tra i quali, come si legge nell’articolo 1 della Costituzione, la centralità del lavoro».

Fonte: Sinistra contro l’euro – Sollevazione